Il comitato promotore
Siamo un gruppo di donne diverse per età, professione, provenienza, appartenenza politica e religiosa. Raccogliamo appartenenti ad associazioni e gruppi femminili, donne indipendenti del mondo della politica, dei sindacati, dello spettacolo, del giornalismo, della scuola e di tutte le professioni. Se Non Ora Quando è un movimento trasversale, aperto e plurale.
Il 13 febbraio abbiamo lanciato un appello per reagire al modello degradante ostentato da una delle massime cariche dello Stato, lesivo della dignità delle donne e delle istituzioni. Oltre un milione di persone, donne e uomini insieme, si sono riversate nelle piazze di tutta Italia e di molti paesi del mondo, convocate al grido “Se non ora, quando?”, a cui hanno risposto: “Adesso!”.
Abbiamo detto e continuiamo a dire con tutta la nostra voce che l’Italia non è un paese per donne. Noi vogliamo che lo sia.
Questi sono i nostri nomi:
- SARA VENTRONI
- LOREDANA TADDEI
- VIVIANA SIMONELLI
- GIORGIA SERUGHETTI
- LUNETTA SAVINO
- SERENA SAPEGNO
- SIMONETTA ROBIONY
- LUISA RIZZITELLI
- ILARIA RAVARINO
- FABIANA PIERBATTISTA
- DONATINA PERSICHETTI
- FLAVIA PERINA
- FABIANA PAMPANINI
- PERLA MORIGGI
- EVA MACALI
- FRANCESCA IZZO
- CINZIA GUIDO
- FABRIZIA GIULIANI
- MADDALENA FRAGNITO
- DONATELLA FERRANTE
- VALERIA FEDELI
- TITTI DI SALVO
- SARA DE SIMONE
- NICOLETTA DENTICO
- CECILIA D’ELIA
- ILENIA DE BERNARDIS
- SILVIA COSTA
- ELISA DAVOGLIO
- LICIA CONTE
- FRANCESCA COMENCINI
- CRISTINA COMENCINI
- CARLOTTA CERQUETTI
- RITA CAVALLARI
- ANNA CARABETTA
- PATRIZIA CAFIERO
- FRANCESCA CAFERRI
- ANTONELLA ANSELMO
- ROBERTA AGOSTINI
- ELISABETTA ADDIS
Se non ora, quando?
In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani.
Tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che – va ricordato nel 150esimo dell’Unità d’Italia – hanno costruito la nazione democratica.
Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile.
Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici.
Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano stanno inquinando la convivenza sociale e l’immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione.
Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza.
Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni.
Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilità, anche di fronte alla comunità internazionale.
Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando? è il tempo di dimostrare amicizia verso le donne.